Basilica Santuario di Santa Maria della Neve

Piazza Vincenzo Aprea 1-8. (Apri Mappa)
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Descrizione

La basilica santuario di Santa Maria della Neve era la cattedrale di Ponticelli (comune a sé stante) prima che questo, sotto il fascismo, divenisse parte integrante del capoluogo campano.
È la più antica basilica della zona vesuviana. Dopo il santuario della Madonna dell'Arco è anche la più ricca di opere d'arte. Si erge in piazza Vincenzo Aprea.

La struttura religiosa risale al XIII secolo.
Nell'anno dell'ultimo giubileo, la chiesa è stata una delle mete religiose dove si sono recati i devoti a Maria Santissima della Neve. All'origine, la chiesa, era una cappella rurale sottoposta nel corso dei secoli, a vari interventi di ampliamento e arricchimento che le hanno donato l'aspetto attuale.
Il primo vero e proprio intervento ebbe luogo nel 1520 per volere di papa Leone X; i successivi abbellimenti, si ebbero tra il 1733 e il 1788. Il 29 luglio 1788 la Madonna della Neve fu proclamata "santissima protettrice di Ponticelli".

Dopo l'unità d'Italia la chiesa fu sottoposta a un grande rifacimento su direzione dell'ingegnere Filippo Botta.
Il 27 luglio 1988 il santuario fu elevato alla dignità di basilica minore.
La facciata e il portale sono accompagnati da due colonne di ordine ionico; queste, reggono il frontone triangolare in alto. Sul lato destro della facciata, vi è un edificio di culto: l'arciconfraternita del Rosario.
Il campanile, a pianta quadrata su tre piani, presenta una torretta con la cuspide completamente maiolicata; questo elemento rappresenta la più importante testimonianza circa l'intervento barocco a cui è stata sottoposta la basilica.

La basilica, a tre navate, ospita numerose opere d'arte, come ad esempio l'artistico altare maggiore di marmo e la balaustra (entrambe le opere sono di Giuseppe Bastelli). L'evento miracoloso della neve caduta a Roma tra la notte del 4 e il 5 agosto è raffigurato sull'arcata della navata principale. All'interno, inoltre, sono da ammirare le tavole cinquecentesche raffiguranti i Santi Pietro e Paolo.

Da citare anche il fonte battesimale, il Messale ottocentesco rivestito completamente in argento, la statua lignea della Madonna della Neve eseguita (secondo i documenti) da Giovanni da Nola.
Nei pennacchi del presbitero vi sono dipinti a tempera da Luigi Franciosa (1886-1946 i quattro Evangelisti (1946), in sostituzione di quelli andati completamente distrutti, del pittore Luigi Tammaro e nella conca un gruppo di angeli (L. Tammaro - L. Franciosa - C. Adamo).