Chiesa di Santa Maria della Pace

Via dei Tribunali 227. (Apri Mappa)
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Descrizione

La chiesa di Santa Maria della Pace si trova a Napoli e fa parte dell'omonimo complesso, formato anche da un ospedale del XVI secolo e dalla cosiddetta Sala del Lazzaretto.

Il Complesso Monumentale di Santa Maria della Pace comprende l'ospedale dei frati Ospedalieri di San Giovanni di Dio (eretto nel 1587), l'omonima chiesa e la Sala del Lazzaretto; l'insieme si erge in via dei Tribunali, prima che questa sbocchi di fronte al Castel Capuano, subito dopo la piazzetta Sedil Capuano.
Il complesso è sorto intorno ad un antico palazzo nobiliare costruito da Giovanni Caracciolo agli inizi del XV secolo (disegno di Andrea Ciccione). L'architettura dell'antico edificio è ancora riscontrabile nel portale d'ingresso, che, in stile gotico, è caratterizzato da un grande arco polilobato. Pietro De Marino progettò la chiesa, che fu iniziata nel 1629 e conclusa nel 1659; il tempio venne consacrato a Santa Maria della Pace perché fu ultimato nell'anno in cui venne sancita la pace tra Luigi XIV di Francia e Filippo IV di Spagna.
La chiesa è a croce latina ad una sola navata e presenta tre cappelle per lato. L'interno fu restaurato dopo il terremoto del 1732 ad opera di Domenico Antonio Vaccaro; di Donato Massa è l'impiantito in cotto e le splendide piastrelle maiolicate, create secondo un disegno del medesimo Vaccaro. L'abside è di Nicola Tagliacozzi Canale.
Vi si accede grazie ad un grande scalone, la cui entrata è sulla sinistra del vestibolo.
La sala è detta del Lazzaretto perché, questo luogo, era uno dei pochi della città che accoglieva i lebbrosi, gli appestati ed altri malati infetti. La sala è lunga 60 metri e sul fondo è possibile ammirare l'altare in marmi commessi del XVIII secolo, che anticamente separava l'ambiente principale dal gabinetto medico.
Alta 12 metri e larga 10, presenta inoltre un ballatoio che corre lungo le pareti, posto a mezza altezza e che in origine era usato per servire cibo e bevante agli appestati al fine di evitarne il contagio. Gli affreschi di Andrea Viola e Giacinto Diano sono collocati sotto la volta e tra le finestre.