Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco

Via dei Tribunali 102-115. (Apri Mappa)
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Descrizione


La chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco o più semplicemente Purgatorio ad Arco è una chiesa barocca situata su via dei Tribunali, nel centro antico di Napoli.

Il toponimo ad Arco deriva dalla presenza sul decumano maggiore, nel crocevia con via Nilo e via Atri, di un torrione di epoca romana (da alcuni ritenuto altomedievale), la cosiddetta torre d'Arco, aperto ai quattro lati da altrettanti fornici tramite i quali era garantito il passaggio. Al di sotto del torrione aveva sede il seggio d'Arco, suddivisione minore del sedile di Nilo. La torre dava il nome in età altomedievale ad una zona della città presso il decumano maggiore detta regio de arcu cabredato.
Giulio Cesare Capaccio ritenne erroneamente che non fosse la torre a dare il nome alla zona, ma il fatto che in essa fosse presente la sede degli arconti, i magistrati della polis greca. Questa deduzione nacque dall'errata lettura di una lapide latina ritrovata nei paraggi.
La demolizione della struttura viene tradizionalmente datata ai tempi di don Pedro di Toledo, il quale la ordinò per ampliare la strada e migliorare la viabilità per la nuova sede del tribunale, il castel Capuano, da lui istituita. Tuttavia alcuni storici come Bartolommeo Capasso e Riccardo Filangieri di Candida Gonzaga riportano la data del 1564 (dopo la morte di don Pedro), riprendendo quanto affermato da Giovanni Antonio Summonte, che ne riporta anche il giorno, il 6 aprile 1564, nonché il motivo per cui fu abbattuta: dare ariosità al vicino palazzo della marchesa del Vasto. Il Capaccio, che asserisce comunque che la torre fu abbattuta "ai suoi tempi", invece riferisce che fu la falsa credenza che in essa dimorassero degli spiriti a determinarne la demolizione.
La chiesa fu eretta nel 1616 su un progetto di Giovanni Cola di Franco e di Giovan Giacomo Di Conforto su commissione di diverse famiglie nobili napoletane e con l'obiettivo di realizzare un luogo di sepoltura. Tra le famiglie committenti spicca quella dei Mastrilli, che furono i principali contributori all'erezione della chiesa che, al tempo, si occupava di scarcerare i poveri per debiti di affitti, di seppellire i morti, vestire i bisognosi ed altro. Vanno comunque ricordati altre famiglie che contribuirono alla nascita dell'istituzione, come i Muscettola, Alfonso Brancaccio, Fabrizio Caracciolo di Brienza, Diomede e Marcantonio Carafa ed infine Antonio Carmignano.
L'edificio presenta sulla facciata motivi decorativi con teschi ed ossa nei fregi, sul portale e nelle nicchie laterali. Il portale e il tondo sovrastante con il bassorilievo della Madonna con le Anime del Purgatorio risalgono agli inizi del XVIII secolo e sono dello scultore Giuseppe de Marino.
L'interno si presenta a navata unica con ridotto transetto e cappelle laterali. Il presbiterio e l'abside sono decorati su disegno di Dionisio Lazzari e sono databili al 1669. Dietro l'altare settecentesco, preceduto da una balaustra rivestita in marmo colorato, vi è la pala d'altare con la Madonna delle Anime Purganti di Massimo Stanzione eseguita nel 1638-1642. La stessa tela, di chiaro stampo caravaggesco, vede una cornice marmorea decorata con teschi alati eseguiti dal Lazzari. A sinistra vi è la statua di Giulio Mastrilli, opera dello scultore Andrea Falcone del 1672, che segnala la posizione del sottostante sepolcro. Sopra l'opera di Stanzione, vi è invece la Sant'Anna offre la Vergine bambina al Padre Eterno (1670) di Giacomo Farelli.
Nelle cappelle laterali, quattro a lato, si conservano opere di scultura lignea di ignoti maestri e pitture di artisti del Seicento napoletano: La Morte di san Giuseppe (1650-1651) di Andrea Vaccaro, la Morte di sant'Alessio (1661) di uno giovane Luca Giordano ed il San Michele Arcangelo abbatte il demonio (1650) di Girolamo De Magistro.
Gli ambienti interni, sacrestia ed oratorio dell'Immacolata nonché l'ipogeo, ospitano il museo dell'Opera Pia Purgatorio ad Arco, nel quale sono esposti oggetti liturgici, paramenti, calici, libri, suppellettili delle celebrazioni ed altre testimonianze che vanno dal Seicento all'Ottocento.