Chiostri dei Girolamini

Via Duomo 142. (Apri Mappa)
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Descrizione


I chiostri dei Girolamini sono chiostri monumentali di Napoli; siti nel centro storico; fanno parte dell'omonimo complesso religioso dichiarato monumento nazionale nel 1866 con le leggi eversive del patrimonio ecclesiastico.
Il primo nucleo dell'edificio sorse nel vecchio palazzo Seripando, che fu acquistato nel 1586 dai discepoli di San Filippo Neri.
Le mura conventuali, la cui entrata è dal n. 142 di via Duomo custodiscono due pregevoli chiostri:Chiostro piccolo, detto maiolicato o della Porteria,Chiostro grande, detto degli aranci.
Il chiostro maiolicato o della Porteria è il più antico del complesso ed insiste sull'area occupata un tempo dal rinascimentale palazzo Seripando. La pavimentazione, di fine Ottocento, è costituita da un'alternanza di mattonelle in cotto a piastrelle in maiolica con fondo bianco e decorazioni blu. Venne costruito verso la fine del XVI secolo su disegno di Giovanni Antonio Dosio, il quale seppe trasformare una porzione dell'edificio nobiliare in un chiostro conventuale.
A pianta quadrata, è circondato da colonne in arenaria; queste, sorreggono le arcate, quattro per lato, mentre, ai quattro angoli, vi si trovano pilastri di piperno con due semicolonne. Al centro si trova un pozzo del tardo Cinquecentesco in raffinato marmo bianco ed un tempo alimentato dalle acque della Bolla. Il chiostro è dominato da un torrino settecentesco con orologio decorato con un altorilievo raffigurante una Madonna con il Bambino. Dal punto di vista iconografico la scultura rimanda al modello "classico" della Madonna della Vallicella, tipica rappresentazione della Vergine con il Bambino in un cerchio fiammeggiante sorretto da angeli, riprodotto anche in un fregio metallico decorativo del pozzo. Particolarità delle mattonelle maiolicate che caratterizzano il pavimento è che tutte riportano la stella ad otto punte dell'Immacolata tranne una che riporta la croce di Malta.
Una grande scala in piperno conduce al secondo chiostro, detto degli Aranci. Edificato negli anni Trenta del XVII secolo su progetto di Dionisio Nencioni di Bartolomeo e Dionisio Lazzari, è più grande ed imponente del precedente e custodice la celebre oasi verde del complesso dei Girolamini.
Le aiuole che ospitano soprattutto alberi di agrumi sono poste ad un livello inferiore rispetto a quello del portico e vi si accede con due scale con corrimano in ferro battuto poste sui lati lunghi del chiostro. I pilastri, otto da un lato e nove da un altro, circondano l'intero ambiente claustrale e sono decorati con lesene culminanti con un motivo con ghirlanda e mascheroni ispirato all'architettura toscana del Cinquecento. Anche le grandi finestre in corrispondenza delle arcate sono di derivazione toscana e illuminano gli ambienti del cosiddetto "corridoio dei monaci"; al di sopra e al di sotto si trovano le piccole finestre delle celle.
Un'antica cronaca del Seicento narra che un giovane novizio, ospitato nelle celle di questa parte del complesso fosse perseguitato dal diavolo con lanci di pietre e stoviglie; solo quando il novizio lasciò i Girolamini le manifestazioni soprannaturali cessarono.
Sul lato che separa i due chiostri è collocato un orologio a sei ore con quadrante in maiolica. Sul lato che dà su vico Girolamini, un'imponente scala a chiocciola conduce agli ambienti superiori e ad un loggiato che affaccia sulla chiesa monumentale.
Dopo il terremoto dell'Irpinia del 1980, i due chiostri furono abitati da povere famiglie rimaste senza dimora, e molte piante furono deturpate. In seguito, il restauro ha riportato l'intera struttura al suo antico splendore, con particolare accortezza ai giochi geometrici dei giardini.
,,,Maria Rosaria Costa, I chiostri di Napoli, Tascabili Economici Newton, Roma, 1996. ISBN 88-8183-553-3