Fontana della Sellaria

Piazzetta Grande Archivio. (Apri Mappa)
(75)

Descrizione


La fontana della Sellaria (o della Selleria) è una fontana barocca di Napoli situata nella piazzetta del Grande Archivio, ma in origine ubicata in piazza della Sellaria (che, cancellata dai lavori di Risanamento, si trovava nei pressi dell'attuale piazza Nicola Amore).

La costruzione della fontana fu voluta durante il viceregno del conte d'Oñate Iñigo Vélez de Guevara su iniziativa dell'Eletto del Popolo Felice Basile, in seguito all'abbattimento delle case di un capo carceriere della Vicaria eletto dal popolo durante la Repubblica partenopea capeggiata da Masaniello. Fu realizzata tra il 1649 e il 1653 con le spese dei proprietari delle case poste in quel rione che versarono le quote al giudice della Vicaria Aniello Portio, che provvide a pagare gli artisti e le maestranze. Il progetto fu commissionato all'architetto e ingegnere Onofrio Antonio Gisolfi con affidamento ai lavori al marmoraro Onofrio Calvano, al capomastro Leonardo de Mayo, al fabbro Salvatore Daniele e allo scappellino Domenico Pacifico.
Dal 1903 la fontana è ubicata presso la piazzetta del Grande Archivio dopo che l'incalzare dei lavori del Risanamento ne avevano determinato lo spostamento dal luogo d'origine.
Nel 2000 la fontana è stata oggetto di un intervento di restauro ed è tornata in funzione dopo anni di inattività.
La fontana è composta da una vasca poligonale, in piperno e marmo bianco, incassata in tra due piedritti che sostengono l'arco a tutto sesto con la chiave di volta su entrambe i lati, decorati con mascheroni. Due vaschette sorrette da volute, poste sulle facce interne dei piedritti, ricevono l'acqua da due mascheroni. Ai lati delle due facciate della fontana ci sono delle colonne composite che reggono la trabeazione sormontata da un timpano a sesti spezzati, nel cui centro è posta una composizione a volute con lo stemma reale, mentre ai lati ci sono quelli del viceré con il motto «Malo mori quam foedari» (traduzione: preferisco la morte al disonore) e della città. Nelle facciate, sull'arco, ci sono due lapidi: una voluta dal viceré e l'altra realizzata per ricordare lo spostamento della fontana dalla piazza originaria avvenuto nel 1903.
Ai lati della fontana sono poste due volute con un paio di coppe; originariamente c'erano anche quattro vaschette che raccoglievano l'acqua ma che dopo la rimozione della fontana da piazza della Sellaria non furono anch'esse trasportate e quindi si persero.
Aurelio De Rose, Le fontane di Napoli, Roma, Newton & Compton, 1994.